ESCLUSIVA: Fortitudo. Un uomo solo al comando. Gli riuscirà la riunificazione del tifo?

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BOLOGNA – Alla luce dell’esito dell’asta che ha visto l’aggiudicazione della Fortitudo pallacanestro Bologna già Eagles alla cordata Fortitudo 2011, alcune considerazioni vanno fatte.

La prima, di fondamentale importanza e passata quasi sotto silenzio, e’ che Gilberto Sacrati non c’è più e che in tale modo, solo in tale modo, la Fortitudo può rinascere.

La seconda, anch’essa lampante, e’ che all’asta per rilevare alla somma di 200mila euro quella che il Tribunale civile di Bologna ha dichiarato senza indugio essere la prosecuzione della fallita

Fortitudo Pallacanestro srl, si e’ presentato un solo soggetto. Il momento economico, quello storico, la frattura tra tifosi, hanno tenuto alla larga la gran parte di imprenditori locali potenzialmente interessati, lasciando una sgradevole sensazione di amaro in bocca a quei tifosi, illusi,  che ritenevano che la loro squadra fosse ben più appetibile.

La terza, che va dietro alla seconda, e non è meno importante, e’ che c’è un uomo solo al comando: si chiama Giulio Romagnoli. Solo lui e i suoi soci di Fortitudo 2011 hanno investito negli ultimi due anni per la causa. Di questo va dato loro atto senza se e senza ma.

Quindi, tutto finito? La Fortitudo e’ pronta a tornare in campo senza più dubbi di ogni tipo? La gente fortitudina può finalmente sognare di essere di fronte a una ripartenza che non sia per un’altra volta falsa?

Nossignori, siamo ancora lontani, anche se non siamo mai stati così vicini. In sostanza, tutto dipenderà dalle prossime mosse dei soci di Fortitudo 2011, rei in passato di comportamenti che non hanno convinto tutti e colpevoli secondo una fetta notevole di tifoseria di errori banali, a partire dall’acquisto del titolo di Ferrara , mai digerito da tanti, Fossa dei leoni in primis.

Riusciranno pertanto a convincere anche i più scettici, ora che hanno tutto in mano? La posizione della frangia più calda del tifo per la verità rimane la medesima. Anzi lo e’ oggi più di ieri. La prosecuzione della storia della loro squadra deve per forza passare da Eagles.

Nessuna fusione, peraltro non consentita dal regolamento federale, che ha di recente abrogato pure la norma sulle scissioni tra attività junior e senior, nessun inciucio: non hanno mai fatto un passo indietro su questo, nemmeno quando avevano tutti contro, figurarsi oggi che un Tribunale
della Repubblica ha dichiarato che la “loro” Eagles e’ civilisticamente la Fortitudo pallacanestro Bologna, diversamente dalla Biancoblù. Proprio quest’ultima, sempre secondo la loro idea,dopo questa stagione di stand-by in cui entrambe le squadre devono giocoforza proseguire, va , detta volgarmente, buttata a mare?

E’ questa sostanzialmente la via che loro chiedono a Romagnoli, e’ questo il loro modo per mettere d’accordo tutti. Ma non perché lo dicono loro, bensì perché lo ha sancito la giustizia ordinaria, a quanto pare d’accordo con quella sportiva, visto che l’assegnazione del nome a Eagles anche a titolo sportivo parrebbe ormai solo una formalità, stante il rapporto di collaborazione nella vicenda tra Meneghin, Presidente del Consiglio Federale della FIP e il giudice fallimentare Atzori.

A pensarci bene e senza troppa partigianeria, potrebbe essere davvero questo il modus operandi giusto di Romagnoli: una parte di tifo, maggioritaria, ce l’ha già in pugno e ce l’ha qualsiasi cosa faccia, l’altra la può conquistare così, mentre i cosiddetti “divanisti” arriverebbero
di conseguenza, finita la logorante era Sacrati. La riunificazione probabilmente passa da qui: il  progetto, il sogno, la strada degli uni, attraverso gli uomini degli altri. Forse sarebbe davvero questo un lieto fine da commedia a tinte rosa, che potrà essere raggiunto solo attraverso piccoli passi che non possono prescindere dall’inizio imminente di un dialogo costruttivo.

A una prima analisi, l’intenzione di Romagnoli tende per questa via. E’ andato in tribunale a prendere la Eagles, di fatto legittimandola e legittimando la via di quei tifosi che gli hanno sempre girato le spalle. Il fatto poi che il prossimo anno BBB e Eagles disputino lo stesso
campionato, non essendoci più la Legadue, depone ancor più a favore di tale tesi. Tra Dilettanti Gold o Silver cambia poco e allora tanto vale prendere il sentiero con meno insidie. E poi uno pensa: “Ma vuoi che dopo un ulteriore sforzo economico, questo abbia ancora la voglia di
andare a barcamenarsi in vicissitudini di codici vergini o spuri, di storie di cannibalizzazione e contenitori vuoti?” Assolutamente no, verrebbe da rispondere.

Pero’ c’è un pero’. Anzi ce ne sono diversi e già le prime mosse di Romagnoli lasciano dubbi in tal senso. Per prima cosa, prima di uscire dal Tribunale, ha dichiarato che per tutta l’annata sportiva in corso il ramo d’azienda Fortitudo e’ congelato, congelando contestualmente le
speranze di chi riteneva spettasse di diritto a Eagles come previsto nel bando. (Forse, ed e’ una possibile spiegazione a tale decisione, ha avuto qualche rassicurazione sulla “riconsegna”federale del famoso e storico codice 103, avvenimento che metterebbe tutti d’accordo definitivamente.)

Inoltre, pare, ma la notizia non e’ confermata, stia avviando un iter di rinegoziazione al ribasso dei contratti dei giocatori di Eagles, ritenuti troppo gravosi, biglietto da visita non proprio gradito ai suoi nuovi giocatori, anche se, effettivamente, alcuni loro accordi economici firmati con la precedente “gestione”, paiono davvero over categoria.

Infine, last but not least, anzi forse first, ha subito una dura contestazione proprio all’uscita dal tribunale, cosa che pare non abbia digerito più di tanto, come ovvio che sia. Il fatto che proprio colui che e’ andato a rilevare la Fortitudo nell’aula di un tribunale fallimentare, abbia preso quegli insulti che il suo predecessore che l’ha condotta li’, ha preso fino a un certo punto, e’ un altro di quei controsensi che avvolgono tutta questa strana storia, anche se c’è da dire, non per giustificare nessuno, che l’aria di oggi e’ diversa da quella che si respirava qualche tempo fa,perché si porta dietro gli strascichi di due anni di guerra civile, dove troppi hanno seminato vento.

Ma cercando di lasciare per strada questo e altri episodi spiacevoli, appartenenti a un passato recente molto buio, alcuni quesiti si pongono per provare a prevedere un futuro che tutti sperano possa essere raggiante.

Cos’ha voluto comprare il 16 ottobre Giulio Romagnoli in tribunale? Un nome? Una bacheca?

Qualcosa da buttare dentro alla propria squadra per avvalorare un progetto partito monco?

Fortitudinizzare per sempre la “via ferrarese”? Oppure ha cercato per davvero, come dice, una riunificazione definitiva e totale di tutto? E ora che farà? Vorrà premiare chi l’ha difeso in tutti questi anni, chi l’ha spalleggiato e sostenuto, o invece vorrà salire di un gradino, nella prospettiva di passare da vero salvatore di un popolo intero? O spera realmente nel 103 come
deus ex machina risolutore? Ma al di la’ della questione del codice di affiliazione futuro, peraltro primaria, cosa vuole in realtà? A cosa e’ interessato? Solo ai beni in se’ e per se’? O anche al significato di essi nell’animo della sua gente?

Se e’ interessato più alla seconda ipotesi che alla prima, la riunificazione e’ dietro l’angolo. La decisione e’ solo sua ormai, sua o di chi per lui, per di più oggi che Foritudo 2011 e’ padrona di tutto e libera di agire come meglio crederà. Se opteranno per proseguire con la strada originaria, andranno avanti così, con tutto il malloppo e senza più contestazioni su marchi, nomi
e quant’altro, ma senza un pezzo importante. Forse il più importante. A loro, ancora una volta,la scelta. C’e’ un uomo solo al comando. Oggi più che mai sta lui a decidere.

Ma una cosa dovrà comunque tenere a mente. Per quanto padrone, la Fortitudo sarà sempre e comunque della sua gente. Di chi la ama, di chi le sta vicino, di chi la protegge, ovunque e comunque, e ciò a prescindere da chi la detiene. Lo era ieri, lo e’ a maggior ragione oggi che Sacrati non c’è più, lo sarà domani. Speriamo tanto, davvero, che di questo Romagnoli e Co. netengano conto quando, a brevissimo, ne progetteranno il futuro.

Scritto da Filippo Venturi su www.basketinside.com

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